La prevalenza dell’inglese e la prevalenza del cretino
Alle lingue nazionali si lascerebbe quello spazio che riguarda quei quattro pezzenti cultori delle inutili discipline umanistiche. In questo senso il ministro Fioraso è stata chiara pronunciando una battuta che avrebbe voluto essere spiritosa: “… se non ci affrettiamo a introdurre corsi di inglese ci ritroveremo in cinque intorno ad un tavolo a discutere di Proust”. Da notare che questa battuta è la summa della rivoltante arroganza dei cultori della lingua unica: Proust, la letteratura e tutto quanto riguarda cose estranee alla gestione economica del mondo hanno poco o punto valore. Chi le coltiva è un perdigiorno perché, come disse l’allora ministro Tremonti, con Dante non ci si può fare un panino.