Declinismo?

Un sondaggio condotto dalla Università di Londra, per conto del governo britannico, forse sull’ onda emozionale degli attentati e dei fatti di Parigi, avente come domanda: “come vedete il mondo nel futuro rispetto ad oggi?” ha dato il risultato -alto, forse, ma non troppo scontato- che il 72% del campione degli intervistati si sia espresso con un netto: “negativo” e solo il 5% ha risposto “positivo rispetto ad oggi”.

Immediata la reazione e i commenti del mainstream mediatico: si tratta di “sindrome da declinismo”(?!?), di una condizione psicologica di massa, perché mai come ora siamo stati bene, con i progressi nella medicina, la tecnologia avanzata e l’Occidente migliore dei mondi possibili: la solita zuppa ormai immangiabile.

Dobbiamo dire che i “laudatores” del tempo antico esistevano anche nei secoli precedenti, il colloquio in Paradiso tra Dante Alighieri e il trisavolo Cacciaguida, con tutto l’elogio delle virtù della “Firenze antica”, dove la donna “non avea catenella”, si sprecano anche nella letteratura.

Ma attenzione: gli Alighieri di turno ponevano l’accento principalmente sui valori di un mondo perduto, oltretutto scritti in epoche dove i suddetti valori ancora erano forti e universalmente riconosciuti, i moderni invece più terra terra vedono le angosce esistenziali del futuro nelle guerre, nei califfati, nel terrorismo, nella disoccupazione, nella crisi economica, nel minor numero di quattrini in busta paga o in banca.

Si tratta di paure di perdite di beni materiali e della certezza di un mondo tranquillo e preconfezionato ma non, come in passato, di perdite di categorie dello spirito.

Simone Torresani

estratto da http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=50266

Libera nos Domine

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ma piuttosto la vista di tutti i parassiti di ogni risma e colore che sbavano e sputano veleno all’indirizzo del nuovo esecutivo, spesso arrivando a perdere ogni compostezza, trasudando livore da ogni poro del proprio corpo.

Seriamente preoccupati per il fatto che possa venire messo a repentaglio il proprio status quo, inveiscono con voce roca le truppe dei giornalisti prezzolati, dei politici di centrodestrasinistra, dei sindacalisti che hanno svenduto i lavoratori al miglior offerente, dei guitti da cortile che hanno costruito facili carriere grazie agli amici di partito, dei conduttori televisivi di becere trasmissioni telecomandate, degli esperti econonomisti a libro paga dei grandi banchieri, dei mestieranti delle coop dell’accoglienza che hanno costruito le proprie fortune sulle spalle dei contribuenti, degli “antagonisti” a comando di tanti centri sociali pronti a spaccare vetrine quando lo chiede il padrone, di tutti i parassiti che da sempre conducono esistenze agiate, speculando sulla distruzione dell’Italia e degli italiani.

Semplicemente il fatto che tutti costoro schiumino rabbia e non riescano ad evitare di esternarlo, anche quando il buongusto consiglierebbe di farlo, indica inequivocabilmente che ci si trova sulla strada giusta. Il neonato governo Salvini – Di Maio, al quale faccio i miei migliori auguri, non riuscirà con tutta probabilità a rivoluzionare l’Italia, ma un passo importante l’ha già fatto, traghettandola fuori dalle vecchie logiche e facendoci ascoltare il “canto” dei parassiti in agonia e non si tratta di una cosa da poco.

Marco Cedolin

https://ilcorrosivo.blogspot.com/2018/06/lagonia-dei-parassiti.html

100 Pennsylvania Avenue

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Poi erano ideali alla cogliona fatti coi miti del ’63,
i due Giovanni e pace un po’ alla buona, Ramblas di Barcellona,
la prima crisi dura dentro in me…

Io credo che sappiamo che è diverso se le cose son state poi più avare,
le accetti, tiri avanti e non hai perso se sono differenti dal sognare
perchè non è uno scherzo sapere continuare.

Altri testi su: http://www.angolotesti.it/F/testi_canzoni_francesco_guccini_1655/testo_canzone_100,_pennsylvania_ave_42623.html
Tutto su Francesco Guccini: http://www.musictory.it/musica/Francesco+Guccini

L’ultima Thule

Thule (o anche, in italiano, Tule) è un’isola divenuta leggendaria citata per la prima volta nei diari di viaggio dell’esploratore greco Pitea (Pytheas), salpato da Marsiglia verso il 330 a.C. per un’esplorazione dell’Atlantico del Nord. Nei suoi resoconti (screditati da Strabone ma oggi considerati attendibili) si parla di Thule come di una terra di fuoco e ghiaccio nella quale il sole non tramonta mai, a circa sei giorni di navigazione dall’attuale Regno Unito.

Il fascino del racconto di Pitea aveva suggerito già nel II secolo a.C. di inserire l’isola nel quadro di narrazioni fantasiose, come avviene nel romanzo di Antonio Diogene Le incredibili meraviglie al di là di Tule. Nella Geografia di Claudio Tolomeo Thule è tuttavia un’isola della quale si forniscono le coordinate (latitudine e longitudine) delle estremità settentrionale, meridionale, occidentale e orientale, seppur in modo troppo approssimativo perché si possa darne un’identificazione certa.

http://it.wikipedia.org/wiki/Thule_%28mito%29