In questa epoca, immersa in un eterno presente, le cose tuttavia scorrono veloci e alcuni si domandano quanto tempo passerà prima che la gente se ne accorga e se ne occupi.
Oggi bisogna essere idealisti privi di contatto con la realtà per vedere emergere dai processi di deterioramento del sistema forze che in positivo prefigurino la società futura. Marx aveva visto nel proletariato quella forza. Chi oggi ripetesse che gli operai delle grandi fabbriche, un tipo umano in via di estinzione, costituiscono la classe che creerà il mondo nuovo, non rischierebbe il manicomio solo perché Basaglia li ha fatti chiudere.
Quello che si delinea è un passaggio drammatico che assomiglia più alla dissoluzione dell’Impero Romano che allo sbocciare del capitalismo dalla matrice del feudalesimo.
Nell’inciviltà dilagante, nel disastro delle relazioni, nel degrado ambientale, nella rovina economica che seguirà a quelli che sono soltanto suoi preavvisi, è scritto un destino tragico incombente su generazioni che pagheranno la nostra incoscienza. A meno che il corso inesorabile delle cose non sia affrettato e deviato da qualcosa di ancora più tragico, una guerra di dimensioni mai viste nella storia.
Luciano Fuschini fonte “Il ribelle”
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