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Vita longa est, si uti scias

A ciò va aggiunto che gran parte dei giovani non dispongono dei decorsi del dolore e della gioia e questo perché di rado giungono a quel livello che permette loro di riconoscere un sentimento. E’ quindi necessario tornare ad integrarsi attraverso il gesto di ribellione, di una forza prepotente ed ex leges dell’Io, contro le odierne convenzioni sociali. Vivere nell’assoluto presente è de-responsabilizzante giacché il futuro in termini umani non esiste più, non tanto perché non c’è un tempo fisico, ma perché viene meno la sua configurazione. «Il domani è dei giovani» ci dicono, ma non è fattualmente in nostro possesso. «È il regime dell’eterno presente e della desertificazione dell’avvenire. La condanna del presente è il presente come condanna», scrive il filosofo Diego Fusaro.

Claudia Grazia Vismara