“All’Italia”
O patria mia, vedo le mura e gli archi E le colonne e i simulacri e l’erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi I nostri padri antichi. Or fatta inerme, Nuda la fronte e nudo il petto mostri. Oimè quante ferite, Che lividor, che sangue! oh qual ti veggio, Formosissima donna! Io chiedo al cielo E al mondo: dite dite; Chi la ridusse a tale? E questo è peggio, Che di catene ha carche ambe le braccia; Sì che sparte le chiome e senza velo Siede in terra negletta e sconsolata, Nascondendo la faccia Tra le ginocchia, e piange. Piangi, che ben hai donde, Italia mia, Le genti a vincer nata E nella fausta sorte e nella ria.
Chi la ridusse a tale? Chi precisamente?
Giacomo Leopardi
Spiacente di dissentire, ma l’Italia non si sta riprendendo affatto. E si va esaurendo di mese in mese – il suo rapporto debito/PIL va verso il 140% – e tutto questo perché la classe dirigente del paese non può scrollarsi di dosso il suo servile presupposto che un ritorno all’autonomia della politica monetaria sia impossibile.
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