Così

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Non amo trincerarmi in un sorriso
detesto chi non vince e chi non perde
non credo nelle sacre istituzioni
di gente che ha il potere e se ne serve
giocattoli di carta in mano ai pazzi
puntati su milioni di persone
tu ascolti tutto e cerchi di capirmi
finendo poi per fare confusione
e dici che per te non sono in pace
certo che almeno in questo mi conosci
nell’attimo che brucia la ragione
io butto al fuoco tutte le mie croci
e semino i miei fatti personali
mischiati a tutto quello che è sociale
e vivo con la stessa indipendenza
gli scandali le guerre o la spirale.
Perché son fatto così
e non ci posso far niente
prendimi pure così
come mi accetta la gente
che mi sorride e che mi lascia parlare
però non mi sente.
Mi dici che una regola ci vuole
qualcuno deve pure aver ragione
sarà forse che sono diffidente
ma i capi non son altro che persone
e trattano le masse come capre
tosando e macellando l’eccedenza
sacrificando al fatto personale
le madri i figli i padri e la decenza.
Perché son fatto così
e non ci posso far niente
prendimi pure così
come mi accetta la gente
che mi sorride e che mi lascia parlare
però non mi sente.
Si macchiano dei crimini più bassi
per conservare il posto da sedere
le chiese il parlamento i sindacati
le banche e gli altri centri del potere
gli amici sai gli amici tante volte
mi dicono che sono un piantagrane
che parlo senza un poco di rispetto
che amo più gli oppressi o le puttane.
Ma sono fatto così
e non ci posso far niente
prendimi pure così
come mi accetta la gente
che mi sorride e che mi lascia parlare
però non mi sente,
che mi sorride e che mi lascia parlare
però non mi sente.

MIO FIGLIO (4’20”)

Mio figlio dovrà essere un guerriero un duro nell’azione e nel pensiero se vorrà farsi o forza un posto al sole dividerà i pensieri e le parole dovrà tenersi in mente che il governo per dieci anni scatenò un inferno lanciò una guerra santa ai terroristi così salvò ministri e giornalisti
A lui potrà sembrare anche incredibile ma la paura annulla l’impossibile
Ma mentre tutto questo andava in porto
la mafia grufolava dal suo orto
e sparse per l’Italia tanti morti
che ancora non riusciamo a farci i conti
Al massimo si sentono belati ma non ho ancora visto i carri armati le vittime son gente che non conta discuteremo il tema un’altra volta discuteranno il tema un’altra volta
Mio figlio avrà un futuro da sparviero se vorrà stare vivo per davvero dovrà guardare avanti e non voltarsi e soprattutto non dovrà bucarsi
E tutto verrà avanti com’è scritto sui testi del mercato e del profitto si allargherà la forzo dell’impresa la mafia è un organismo ad alta resa
Se un giorno soffrirà di solitudine poi finirà per farci l’abitudine
E più ci penso più mi sento male nemmeno ci si sogna di cambiare future abilità speranze umane riuscire a galleggiare sul letame
Da sopra alle montagne del potere ognuno adesso ha al caldo il suo sedere sì nutrono sospetti poco importa sì archivierà il problema un’altra volta si archivierà il problema un’altra volta si archivierà il problema un’altra volta
di G. Brando/ini – P.A. Bertoli ed. Di Lazzaro

dall’album Sedia elettrica (1989) di Pierangelo Bertoli 1942-2002