Michele Perfetti

Poesie tecnologico-visive (1967)

Poesie tecnologico-visive (1967)

Abbiamo già avuto modo di parlare, nel blog dedicato agli anni ’60, della “Poesia visiva“, che intendeva denunciare la passiva acquiescenza del consumatore dinanzi al messaggio pubblicitario.
Un articolo di Michele Brescia, nel numero 300 di Artedossier del giugno 2013 (di cui riportiamo sotto un estratto e le immagini allegate) ci dà modo di riprendere l’argomento, interessante per due ragioni:

  1. Una industria  che (come già l’Olivetti e altre in quel periodo) promuove al suo interno la cultura;
  2. Abbiamo avuto la fortuna di avere Michele Perfetti come preside del Liceo scientifico “Roiti” di Ferrara, da cui dipendeva anche la sede di Bondeno

“Appare oggi davvero inverosimile, eppure proprio all’interno dell’Italsider, si crearono le condizioni ideali per innestare nell’ambiente culturale tarantino il nuovo codice espressivo della Poesia visiva. Infatti presso il circolo culturale del centro siderurgico, inaugurato nel 1963, si tennero le prime mostre del pugliese Michele Perfetti, protagonista indiscusso della ricerca poetico-visuale, nonché le prime rassegne internazionali della Neoavanguardia. …
Nell’ambito delle iniziative sostenute dal Circolo Italsider, molto importante fu la rassegna di Poesia visiva organizzata da Perfetti nel 1968 nei locali dello stabilimento siderurgico di Taranto perché sensibi-lizzò i giovani artisti del luogo alle nuove sperimentazioni poetiche e artistiche che andavano affermandosi in quegli anni in territorio nazionale…
Non solo. L’attività di Perfetti all’interno del circolo Italsider creò i presupposti per la nascita a Taranto nel 1973 del centro sperimentale Punto Zero, trasformatosi due anni dopo in cooperativa culturale, una delle prime in Italia. Questo vero e proprio laboratorio di promozione delle arti visive divenne un attivissimo centro, propulsore della sperimentazione verbo-visuale, con una febbrile attività espositiva ed editoriale che ebbe il merito di denunciare le prime avvisaglie di una drammatica apocalisse, quella scatenata dal miope e ottuso capitalismo perseguito dall’Ilva che, quarantanni dopo, sarebbe deflagrata in tutta la sua tragica problematicità”.

Michele perfetti "Un piatto fine" (1973)

Michele perfetti “Un piatto fine” (1973)

E pensare che c’è ancora qualcuno che sostiene che viviamo in un’epoca di progresso!