Robert Parry è un giornalista investigativo americano, fondatore del Consortium for Independent Journalism. In un lungo articolo dello scorso 30 gennaio analizza la costruzione del consenso nell’opinione pubblica americana su temi di politica estera.
Il meccanismo propagandistico che viene utilizzato ad ogni crisi, fin dai tempi delle ingerenze statunitensi in America Latina, è stato “scoperto” – sostiene Parry – dai conservatori, e consiste nello stabilire un’equivalenza fra personale e politico. La demonizzazione del leader di turno ha il doppio vantaggio di evitare l’analisi di una situazione nella sua complessità, e stabilire da subito il preciso confine tra buoni e cattivi secondo lo schema vetero-hollywoodiano ancora vivo nell’immaginario del pubblico americano. Chi dissente viene accusato di essere pro-Cattivo-di-turno, a cui viene assimilato: in pratica un banale argumentum ad hominem, grossolano ma sempre efficace.
Si crea così un gruppo di pensiero ufficiale che aggrega gli allineati ed emargina chiunque esprima dissenso, e si stabilisce un clima di maccartismo, dove lo spirito patriottico di ognuno è misurato dal grado di adesione, o sottomissione, al racconto ufficiale. In questo situazione succede che la maggior parte di coloro che hanno la possibilità di influenzare l’opinione pubblica preferisce o adeguarsi o tacere, per evitare di mettere a rischio l’impiego o le possibilità di carriera.
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