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Ma soprattutto mi rendo conto che in questo anno, dal luglio scorso, ho buttato via, pulito, sfoltito.Sì. Ho buttato via la televisione, ad esempio. Non mi ricordo nemmeno di averla, se non fosse per i bambini che alla sera desiderano rincitrullirsi davanti ai cartoni. Io l’ho accesa una volta sola quest’anno, per vedere La grande bellezza. Il fatto di accenderla, guardare, ho notato, era un automatismo, evidentemente, ma che non mi portava molto, se ora non mi manca per nulla. La sera in casa c’è silenzio, io sul divano che leggo o scrivo, luce bassa. Bello.

Ho buttato via vestiti, tanti, troppi, dei bambini, miei, a sacchetti. Abbiamo troppe cose, troppe, alle volte ne sono nauseata, nauseata da come ce le propongono, a basso prezzo, che par impossibile non comprarsi quella magliettina a sette euro se vai a farti un giro, in fondo che sono sette euro? E poi la metti una volta e fine, e qualche bambino si è tagliato un dito in una fabbrica schifosa per farla, per esser ottimisti, e tu non la metterai più, e poi la butterai, e finirà magari addosso a qualcuno o forse al macero, a riempire la terra di roba che non sapremo più dove mettere e che ci seppellirà. Cerco di uscire da questo meccanismo, alle volte con difficoltà, certo.

estratto da http://thepellons.wordpress.com/2014/07/23/i-gave-all-i-could-but-it-left-me-so-sore/