I tecnocrati

I “fatti” della scienza ridotta a formule matematiche costringono così
progressivamente l’uomo dentro una gabbia di comportamenti programmati dei quali non riesce a vedere il senso e non può assumersi la responsabilità.
Quale è il senso di stroncare le infezioni con farmaci cui i batteri si abituano diventando nel giro di poco invincibili, come succede ora agli antibiotici distribuiti generosamente fino a ieri per i disturbi più banali, e oggi merenda preferita di batteri e virus? O assumere vaccini contro malattie quando i paesi che danno la copertura più alta alle corrispondenti infezioni registrano anche il maggior numero di ammalati? L’uomo ipercurato è oggi un individuo debole, e insicuro.

Il fatto è che la tecnocrazia ha sposato questa scienza matematicizzata e
astratta proprio perché è quella che non ha rapporti con il mondo dell’uomo, vivente, libero e imprevedibile, in quanto impegnata a livello economico e produttivo a costruire il “mondo nuovo” degli incubi novecenteschi. Popolato non da esseri umani liberamente pensanti e accesi dalla passione dell’amore, ma individui programmati e a volte concepiti in laboratorio e quindi liberi da appartenenze familiari, nazionali, territoriali, religiose, artistiche, spirituali.
Quando avevo poco più di vent’anni, e Jean Meynaud, allora professore di
Scienza politica alle Università di Losanna, Ginevra e all’Ecole Pratique de
Hautes Etudes a Science Po, a Parigi, mi coinvolse tra queste varie città nei suoi studi sulla Tecnocrazia, vidi e studiai direttamente la tendenza sempre più evidente dei tecnici e scienziati di riunirsi in un’elite, per sostituire gradualmente i poteri politici nazionali.

https://www.controinformazione.info/la-scienza-tiranna-minaccia-la-democrazia/

La presa del potere

Un giovane filosofo e geopolitico, Parag Khanna, ha scritto un saggio intitolato, parafrasando Tocqueville, La tecnocrazia in America, nel quale, superando lo stesso Zuckerberg, conclude che in America “c’è troppa democrazia” (???). Ciò di cui c’è bisogno è “più tecnocrazia”. Khanna ha una convinzione precisa, quella che “un governo tecnocratico è costruito attorno alle analisi di esperti e sulla pianificazione di lungo periodo, piuttosto che sulla chiusura mentale e la visione di breve periodo dei capricci populisti”. Al di là del tocco finale contro i populisti, ossia contro i sostenitori della sovranità popolare, ciò che sgomenta è il tono chiliastico, millenarista del nuovo potere tecnoscientifico, nonché il disprezzo assoluto per il popolo. Decidono “gli esperti”, poiché essi “sanno”, conoscono le procedure, antivedono gli esiti, conoscono i risvolti di tutto. A noi spetta unicamente l’obbedienza, la bovina acquiescenza al verbo.

Roberto Pecchioli in http://www.maurizioblondet.it/la-repubblica-delle-procedure/