Jean Baudrillard, filosofo francese, scriveva a ragione che “l’informazione, invece di trasformare la massa in energia, produce ancora più massa”.
Goethe “come massima disgrazia della nostra epoca, che non permette ad alcunché di pervenire a maturità, devo considerare il fatto che nell’istante prossimo si consuma quello precedente, si sprecano i giorni e si vive sempre alla giornata, senza combinare nulla”.
L’uomo di questa società vive nell’indifferenza e nell’immediatezza, rimanendo ciò che è. Non arriva a dare alcuna spiegazione alla propria vita perché la consuma in quell’attimo…Se in passato riuscivamo a fare nostre le parole di un libro e ci arricchivamo di associazioni quasi impreviste che ci rendevano più intensi, più riflessivi, l’universo informatico dell’epoca odierna ha appiattito la creatività insita nel processo tortuoso della lettura; dosi massicce di informazioni compaiono infatti sugli schermi dinanzi ai nostri occhi e paralizzano in un istante i processi creativi della nostra mente. Se un barlume di creatività permane, arriva a costituirsi come esausto, incline alla dissipazione, quasi incomunicabile; l’uomo ha difficoltà a comunicare con il verbo quel che realmente prova. Si trova in perenne debito di tempo, incapace di vivere appieno il presente che gli viene sottratto sempre più velocemente.
estratto da http://www.lintellettualedissidente.it/ilturbamentosenzalibri/
di Claudia Grazia Vismara
N.B. Il titolo del post rimanda al libro di Diego Fusaro