Il nuovo totalitarismo

Si fa largo la convinzione di trovarci di fronte ad un sistema sottilmente totalitario, un lupo travestito da agnello. Sheldon Wolin, sociologo e filosofo americano morto ultranovantenne nel 2015, l’ha chiamato totalitarismo invertito. Il suo libro più importante, Democracy Incorporated. Managed Democracy and the spectre of inverted totalitarianism è stato tradotto in italiano con il felice titolo Democrazia s.p.a. La democrazia, è la tesi centrale di Wolin, è totalmente manipolata ed è in mano alle grandi corporazioni (multinazionali, vertici finanziari e bancari, padroni della tecnologia), tanto da essersi convertita nel suo contrario, un totalitarismo invertito e, aggiungiamo noi, in larga misura inavvertito.

Nel tempo, ci siamo convinti della giustezza delle idee di Wolin e condividiamo la definizione di totalitarismo invertito che egli ha reso famosa. Una riflessione al riguardo, tuttavia, necessita di un passo indietro: occorre riesaminare, ridefinire una categoria politica, quella di totalitarismo, peculiare del XX secolo, oggetto di molte controversie, dai caratteri non sempre facili da classificare. Probabilmente fu Giovanni Amendola il primo ad utilizzare il termine, con riferimento al fascismo, considerato totalitario “in quanto manifesta la tendenza verso un dominio assoluto e incontrollato della vita politica e amministrativa”. Fu tuttavia Hannah Arendt a diffondere il termine, attraverso la sua opera Le origini del totalitarismo. La filosofa ebreo tedesca concorda con altri studiosi del suo tempo nell’identificare i tratti fondamentali del totalitarismo nell’imposizione di un’ideologia ufficiale ed obbligatoria, nel terrore poliziesco e nel partito unico di massa.

Tutti questi elementi restano tuttavia legati ad un mondo, quello novecentesco, finito con il comunismo reale. La Arendt ebbe un’intuizione capitale, di natura teleologica, individuando come totalitario ogni sistema finalizzato alla trasformazione della natura umana. Sotto questo profilo, totalitari furono certamente nazismo e comunismo, ma altrettanto si può dire del capitalismo ultimo, globalista ed imperiale. E’ infatti ormai evidente che il sistema neo liberista globale persegue una trasformazione profonda e radicale dell’essere umano, estirpando ogni tendenza comunitaria, spirituale, identitaria per costruire un uomo-massa dedito esclusivamente alla produzione, al consumo, allo scatenamento delle pulsioni, purché compravendibili nello spazio virtuale ed infinito chiamato mercato.

Roberto Pecchioli

Estratto da https://www.maurizioblondet.it/democrazia-s-p-totalitarismo-invertito-inavvertito/

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