Libertà

LA FAVOLA DEI MERCATI FINANZIARI E DELL’ELEFANTINO AL MARE

In Calabria, un piccolo di elefante scappa da un circo e fa ciò che nemmeno il più audace sceneggiatore avrebbe pensato per un film: scappa al mare.

La meta della sua breve fuga è una spiaggia dove, tra gli occhi increduli dei bagnanti, si immerge tra loro, al solo fine di fare una cosa che mai aveva conosciuto nella sua vita in prigione: un bagno nel mare.

La gente, a riva, riprende la scena, commossa e stranita.

Alle volte giornalisti, colleghi o lettori mi chiedono perché io usi sovente la metafora per spiegare cose complesse in materia di banche o finanza.

La ragione è la semplicità del messaggio: certamente una equazione è meno chiara di una metafora, ed è accessibile a più persone della prima.

Per questo, si usa da tempo immemore.

Questo governo italiano, senza sovranità monetaria, è un elefantino che a fine agosto scappa al mare.

Tutti sappiamo, in cuor nostro, che cosa sia il bene e il male.

All’elefantino hanno spiegato che è naturale vivere nella povertà, con piccoli imprenditori che si suicidano, ospedali che non tengono posti letto, anziani che non hanno più i soldi per curarsi, giovani costretti a scappare all’estero in cerca di lavoro.

All’elefantino hanno anche fatto credere che il mondo sia quello del circo, senza erba ma con gli sgabelli, sui quali salire allo schiocco di frusta.

All’elefantino hanno spiegato che non può ribellarsi, altrimenti i padroni, i mercati, useranno la frusta dello spread.

Ma la natura fa il suo corso.

È troppo forte il richiamo del vento, il piacere dello spazio, il rinfresco del mare.

Troppo forte è la naturale ricerca del bene, del ricostruire sicurezza sui ponti, del dare da mangiare alla gente, del consentire un reddito a tutti e di abbassare le tasse ai più piccoli.

L’Elefantino sa che non è giusto rinunciare al bagno al mare, e tenta la fuga.

Resta da vedere cosa faranno gli osservatori internazionali sulla spiaggia; faranno qualcosa, oppure si limiteranno ad attendere che i padroni del circo, quell’enorme orrendo circo che si chiama mercato finanziario, lo riconduca in catene?

Io non so cosa succederà quando, presto, i padroni del circo tireranno la catena dello spread, sostenuti da tutto il potente potere mediatico e da tutti i loro servi, lautamente ricompensati.

Forse, gli spettatori, pur riconoscendo il diritto di libertà dell’elefantino, si limiteranno a far le fotografie.

L’Elefantino è solo, non può correre tanto, goffo, nel suo corpo gravato di debito.

Eppure, rivendica il suo diritto a una vita naturale.
Io non so dirvi, da docente di materia finanziaria, chi vincerà, a breve, se la catena o il richiamo del mare.

So con certezza una cosa, però.

So che un giorno lontano i bambini, a scuola, studieranno che è esistita un’epoca oscura nella quale gli animali vivevano tutta la vita in una gabbia, chiamata circo, per il solo divertimento di alcuni esseri umani.

Quel giorno, ancor più increduli, impareranno che in quei secoli esisteva un altro circo, quello del mercato finanziario, nel quale, non per legge naturale ma umana, milioni di uomini erano schiavi, a esclusivo privilegio di pochi padroni.

Non riusciranno a crederci, quei bambini, e si chiederanno come sia stato possibile che, a quei tempi, ci fosse chi ritenesse che tale orrendo martirio fosse anche giusto.

Penseranno sia una favola, leggere che si ritenesse normale rovinare le vite di esseri viventi per compiacere “i mercati”.

Non è naturale, capiranno quei bambini, rovinare la vita a tanti per compiacere pochi.

Perché il fine dell’uomo non sta nel pareggio di bilancio ma in ciò che scrisse un filosofo medioevale, che ebbe a dire che esso è la felicità, bene raggiunto il quale non se ne può desiderare uno maggiore.

Ma, capiranno i bambini, nessun animale, compreso l’uomo, può essere felice se è prigioniero.

Forte, ancestrale e incomprimibile sarà sempre, per ogni essere del creato, il richiamo alla vita vera.

Questa, con buona pace dei dotti soloni, di coloro che parlando di economia non sanno cosa dicono e di coloro che, sapendolo, nascondono le cose semplici dietro gli algoritmi e i paroloni, è una cosa naturale e vitale.

Ciò che ci lega a una catena, sia una legge giuridica o di mercato, non è la nostra condizione naturale, e prima o poi qualcuno libererà L’Elefantino.

Quella cosa è il diritto di sentire il vento sulla testa e l’acqua scorrere libera sul corpo.

Qualunque pasto concesso dai carcerieri del circo non ci renderà mai felici, in sostituzione a questo bene primario.

Esso si chiama, tra la schiuma del mare e la voce del vento, dalla nascita del mondo, con una sola parola.

Libertà.

di Valerio Malvezzi

Censura

di  Giulietto Chiesa Il Parlamento Europeo ha respinto a maggioranza una legge che va sotto il titolo di “difesa dei diritti d’autore”, ma che è un pasticcio dal quale sarebbero usciti vincenti solo i grandi network. E perdenti tutti i “content producers”, cioè i milioni di fruitori e attori della Rete. Il fulcro del cosiddetto “ragionamento” della Commissione (che, in effetti ha cercato di guidare il processo) stava nei famigerati artt. 11 e 13 che, ridotti in termini comprensibili alle masse, significa che se vuoi pubblicare un qualsiasi contenuto, devi prima accertarti che non sia coperto dal diritto d’autore. Se non lo fai sarai “bannato” e punito. Per arrivare a questo risultato i parlamentari europei sono stati bombardati per mesi dagli “studi” di Google, Yahoo, Microsoft, Facebook etc. Sistema classico nel quale il singolo parlamentare si trova ad essere libero più o meno come lo è un carcerato sotto massima sicurezza. Nonostante questo dettaglio la norma non è passata, perché i dubbi sul significato hanno cominciato a mergere con grande vigore. Infatti, come puoi fare tu, piccolo e piccolissimo “attore” che vuoi scambiare le tue idee sul web, buone o cattive che siano, a sapere se sei nel lecito o nell’illecito? Tu non hai nessun “filtro” che ti mette in guardia. È come muoversi con gli occhi bendati. Mentre i “grossi” i filtri ce li hanno, eccome! E siccome i grossi lavorano per il Potere, il quale li usa — come ormai sappiamo e come stiamo sperimentando giorno dopo giorno, sempre più intensamente — per colpire quella parte critica del web che produce contenuti critici nei confronti del Potere, dei Poteri, che sappiamo chi sono: le grandi concentrazioni finanziarie mondiali, qualche volta i governi, mai i popoli. Così i termini della discussione diventano immediatamente chiari: non sono questioni tecniche, sono problemi di democrazia sostanziale. La legge non è e non sarà uguale per tutti, anche se la direttiva europea sarà presentata come strumento di difesa per “tutti”. Ora la direttiva torna al negoziato tra Parlamento, Commissione e Consiglio. Dunque la battaglia non è finita, sebbene la procedura è tale che le pressioni lobbistiche finiscono di solito per prevalere su quelle dell’interesse della collettività.

https://www.controinformazione.info/il-parlamento-europeo-respinge-la-legge-liberticida-contro-il-web/

Per il nostro bene?

E non occorre essere sospettosi per indovinare che dietro alle promesse di futura e radiosa prosperità per le due sponde dell’Atlantico, si nasconda l’intento non recondito di sciogliere definitivamente improbabili alleanze tra Ue e Russia e di arginare l’espansione della Cina, il fantasma  contro il quale è necessario unirsi per contenerne l’imperialismo commerciale, in modo che   luna e l’altra metà dell’Occidente non perdano terreno “ formando un insieme nei campi della ricerca, dello sviluppo, del consumo e della finanza. In caso contrario le nazioni d’Oriente, guidate dalla Cina e dall’India, supereranno l’Occidente in materia di crescita, innovazione e reddito – e infine, in termini di proiezione di potenza militare”, come ebbe a dire Obama in una delle sue performance propagandistiche in favore di telecamere italiane.

Eh si, avevano ragione i due reduci dei riti di passaggio on the road, ci hanno colonizzato tutto. Tanto è vero che da anni è tramontata la stella polare antimperialista, solo i più “datati” ricordano le manifestazioni contro il Patto Atlantico, anche quelle finite tra le vecchie polverose paccottiglie del secolo breve, mentre trova nuovo fulgido protagonismo lo scontro di civiltà, che restituisce interamente la sua funzione di guardiania alla Nato. E quel che peggio è che questa astensione generalizzata dalla critica, questo remissivo assoggettamento ne accredita, oltre a quello militare e poliziesco, anche il ruolo “morale” e pedagogico, lo stesso che rivendicano ormai di assolvere governi nazionali espropriati di sovranità, che spacciano soprusi, repressione, autoritarismo, lesione di garanzie e diritti come necessarie misure anche educative, prese per il nostro bene.

estratto da https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2016/02/12/servilismo-innato/

Caramelle

Citazione

Un grande uomo politico , il bavarese Franz-Josef Strauss , manifestò il suo pensiero sull’Europa comunitaria con una affermazione lapidaria e tagliente : “I dieci comandamenti contengono 279 parole, la Dichiarazione americana d’indipendenza 300 e le disposizioni della Comunità Europea sull’importazione di caramelle esattamente 25.911.

Oggi in Spagna, domani in Italia

Lettera aperta da un minatore delle Asturie (estratto da http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=10563):

Se tutti i lavoratori spagnoli fossero uniti come i minatori, i governanti di questo paese ci penserebbero parecchio prima di fare i tagli come stanno facendo, ve lo posso assicurare. Riflettete su chi è andato al lavoro o a scuola, con i licenziamenti legali di oggi e con i tagli alla scuola di oggi, quelli che vi creano problemi seri sono i nostri politici.
Vorrei anche dire a chi pensa che dovremmo andare a protestare a Madrid davanti al Ministero e lasciare “gli altri in pace”: sì, noi ci siamo andati al Ministero, ma la censura su tutti i media non ha permesso che si sapesse e nessuno ha saputo nienteperchè la stampa non è trasparente e le notizie vengono filtrate.

Credo fermamente che un dipendente che difende i suoi diritti non sia un terrorista come ci chiamano ora, perché lottiamo per il bene delle nostre famiglie. Invito tutti ad uscire dalle case per difendere quello che gli appartiene.  Restando chiusi in casa, state permettendo che piano piano riescano a farvi fare una vita da fame. Vogliono che i nostri e i vostri figli siano analfabeti come noi, che abbiamo visto le mura della scuola più da fuori che da dentro, un popolo di analfabeti è più facile da dominare.

Tenervi informati, confrontare ciò che si vede in TV, ora avete Internet, si può restare continuamente collegati alla rete, organizzatevi voi stessi, come volete, pacificamente oppure fate le barricate, ma organizzatevi! Cercate obiettivi da raggiungere in poco tempo, il governo sta andando troppo veloce perché ha il vento a favore e voi lo sapete.
Bisogna cancellare la parola “paura” e la frase “tutto quello che serve” deve entrare nelle vostre menti e farvi prendere il controllo del vostro futuro.

Se qualcuno non capisce qualcosa di quello che ho scritto o ha qualche domanda specifica, se posso, risponderò con piacere.

Molte grazie a tutti coloro che ci sostengono da altre province e da altri paesi..

Come spiegato nel post di Sergio Di Cori Modigliani

Come europeo e come italiano orgoglioso delle proprie radici culturali, voglio ricordare ai miei concittadini che alle ore 21.30 del 13 novembre 1936, Carlo Rosselli, fondatore del movimento anti-fascista Giustizia e Libertà, dai microfoni di Radio Barcellona, spiegò ai cittadini che cosa stessero organizzando in Europa Mussolini e Hitler e lanciò la frase “Oggi in Spagna. Domani in Italia” divenuto poi il titolo, voluto da Luigi Einaudi, del suo bellissimo libro pubblicato negli anni’50, chiamando a raccolta, nel corso della trasmissione “i cittadini di tutta Europa, i liberi pensatori combattenti per la libertà, i lavoratori, gli intellettuali, gli artisti, a ritrovare quell’impulso e impegno civile per ritrovarsi in prima fila in Spagna ed impedire il definitivo e barbaro omicidio della democrazia rappresentativa in Europa…se passa la barbarie in Spagna, dilagherà in tutta Europa”.

Poco tempo dopo, il governo fascista diede l’ordine di farlo assassinare a Parigi dove si trovava in esilio.

Non dimentichiamo il meglio della nostra nazione e della nostra tradizione.